Enzo B ha deciso di iniziare il 2017 con una novità: l’affido. Attraverso il format del WebExpress settimanale impareremo a conoscerne i significati, le curiosità, le leggi e le modalità operative per attuarlo. Il primo incontro si terrà giovedì 19 gennaio alle ore 18:00 a cura di Antonietta Varricchio, la nostra esperta, che ci accompagnerà alla scoperta di questo mondo. 

Chi è Antonietta? Parlaci di te

Ho una formazione giuridica. Nasco come Avvocato e Mediatrice Familiare e mi occupo di tutela minori e consulenza in materia di diritto di famiglia. In Enzo B rivesto il ruolo di Direttore Ufficio Adozione e Risorse Umane, e avendo una specifica formazione in Affido e Adozione, mi occuperò di gestire i WebExpress sull’affido.

Quali sono i valori che ti accompagnano nel tuo lavoro e qual’è il valore che centrale nella tua vita?

La lealtà e l’onesta intellettuale prima di tutto. I valori guida nel mio lavoro coincidono poi, di fatto, con quelli della mia vita privata. Volendo, li riassumerei nelle 3R: Rispetto di se stessi, Rispetto degli altri, Responsabilità delle proprie azioni.

Ci hai raccontato che hai una formazione giuridica, quale altri interessi o passioni coltivi?

Ho la passione del teatro, che pratico (ultimamente in maniera sporadica) da quando avevo 15 anni. Amo infinitamente l’arte della lettura. Non c’è niente di più rilassante e arricchente, che perdersi in un buon libro. Ho fatto dello sport quasi una seconda vita. Ne ho praticati diversi, dal nuoto al pattinaggio artistico, ma ritorno sempre al caro vecchio Jogging: mi ispira libertà ed energia. Viaggiare, ascoltare musica, disegnare e molto altro ancora.

Se dovessero creare un fumetto con la tua persona, quale aspetto del tuo carattere ci terresti che venga maggiormente rappresentato?

Certamente la positività. Il bicchiere mezzo pieno. L’idea che ad ogni problema corrisponde una soluzione e che non bisogna rimuginare sulla caduta, ma direzionare le energie sulle possibili modalità per rialzarsi e affrontare un nuovo cammino.

Enzo B è un Ente autorizzato e ormai riconosciuto nel campo delle adozioni internazionali. Ci puoi spiegare questa nuova apertura sull’affido?

È come un ritorno alle origini. Enzo B nasce come comunità mamma-bambino, quindi un ente incline all’accoglienza e al sostegno del disagio ad ampio raggio. La nostra mission, oggi come allora, è “coltivare futuro” e l’obiettivo è quello di dedicarsi alla promozione nonché alla crescita umana e professionale di ognuno, nell’ottica che possa essere risorsa per se stesso e per la comunità.

Ci puoi anticipare qualcosa sul nuovo format WebExpress – Affido

Si è pensato di allargare l’orizzonte dei servizi dell’ente provando ad essere più presente nell’ambito del sostegno alla genitorialità. Il fine è quello di essere “informazione e orientamento”. Colmare le lacune, chiarire le idee, disperdere i dubbi, accogliere i bisogni, veicolare le richieste indirizzandole verso i competenti professionisti di riferimento: questo e molto altro è quello che Enzo B si propone di fare in questo spazio dedicato all’affido.

Quali sono, secondo te, le differenze con l’adozione?

In entrambi i casi il fine ultimo è il perseguimento dell’interesse superiore del minore tanto declamato in varie Convenzioni internazionali e leggi italiane, ma i due istituti presentano notevoli differenze di carattere non solo tecnico. La più importante risiede nell’obiettivo: l’affido, a differenza dell’adozione, mira al rientro del minore nella famiglia di origine.  La tempistica, le differenti applicazioni, i diversi attori che intervengono, le modalità, le norme: queste sono solo alcune delle differenze.

In breve, qual’è la normativa di riferimento?

La prima norma che ha disciplinato l’affido è stata la L. 4 maggio 1983 n. 184 titolata “Diritto del minore ad una famiglia”. Questa è stata poi modificata dalla Legge 28 marzo 2001 n. 149 “Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori”. Un breve cenno lo merita la Legge 19 ottobre 2015, n. 173 “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare”.

Perché scegliere l’affido?

Perché ci si vuole aprire ad un modo diverso di fare accoglienza.

Perché si vuole aprire le porte del proprio cuore e della propria casa ad un bambino (e alle volte di una famiglia), che in quel momento ha un particolare bisogno.

Perché si ha tanto amore da dare, e altrettanto si è disposti a ricevere.

Perché l’affido è un modo per vedere moltiplicato l’amore e la serenità della propria famiglia, è una ricchezza innanzitutto per chi dona e accoglie.

Perché l’affido ti permette di tendere una mano al minore momentaneamente in difficoltà e, indirettamente, alla sua famiglia.

Perché non bisogna essere speciali, l’affido è aperto a tutti.

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