Questo mese conosciamo una famiglia di Milano che ci racconta la propria esperienza di affido.
1 – TRE AGGETTIVI PER DESCRIVERE LA VOSTRA FAMIGLIA
- Giovane
- Aperta al cambiamento
- Socievole
2 – RACCONTATECI LA VOSTRA ULTIMA ESPERIENZA DI AFFIDO
Abbiamo avuto in affidamento giudiziale un bambino piccolo di nome Antonio, proveniente da una provincia diversa per favorirne l’allontanamento dal padre, ritenuto pericolosamente aggressivo. Nel periodo precedente, il bambino aveva vissuto nella nostra famiglia con la madre. L’affidamento è iniziato dopo questa convivenza per un problema di salute della stessa e per l’impossibilità di reinserire il bambino nella nuova famiglia che il padre nel frattempo aveva costituito. Il bambino ha vissuto con noi una quindicina d’anni.
Non è stato un affidamento programmato, è derivato dall’emergenza creatasi per la condizione della madre. L’affido non ha avuto, nemmeno in seguito, un progetto condiviso fra servizi, famiglia di origine e famiglia affidataria. È andato avanti con decreti di brevissimo periodo all’inizio, fra vari cambi di Giudice e tentativi falliti di reinserimento nella famiglia del padre. Il ragazzo ha deciso autonomamente il ritorno nella famiglia paterna in adolescenza ed è stato affidato al servizio sociale fino alla maggiore età. La nostra famiglia non ha potuto avere contatti diretti con lui per un lungo periodo: le informazioni – sporadiche- le abbiamo cercate di nostra iniziativa. Abbiamo riallacciato i rapporti con lui dopo la sua maggiore età e lo abbiamo sostenuto nel suo lungo percorso di uscita da una brutta dipendenza. Ora ci frequentiamo e ci manifestiamo affetto.
3 – COSA SIGNIFICA PER VOI ESSERE GENITORI AFFIDATARI
Significa essere genitore a tutti gli effetti per il tempo che serve, assumersi il compito della tutela, dell’accompagnamento, della vicinanza affettuosa e in più essere pronta ad accompagnare il bambino verso la sua famiglia naturale, quando sarà ora, cercando di favorire una conoscenza reciproca fra coloro che sono importanti per lui e che potrebbe essere assimilabile ad una parentela. Non so che pensare rispetto agli affidamenti lunghissimi: non li penso utili ai bambini, ma non saprei cosa proporre per superarli.
4 – … UN MOMENTO IN CUI L’ESPERIENZA DI AFFIDO VI HA RESI PIÙ FORTI E SOLIDI COME FAMIGLIA.
Non è stato un affido semplicissimo, ma lo abbiamo affrontato con tutto l’amore e le risorse a disposizione. C’è stato più di un momento in cui abbiamo dovuto tener duro per essere utili ed efficaci in questa esperienza. Dopo diversi anni dal principio, e raggiunta la maggiore età di Antonio, ci siamo resi conto di avercela fatta: avevamo davanti agli occhi una persona in grado di affrontare la vita con le proprie forze.
5 – CONSIGLIERESTE L’AFFIDO? PERCHÉ?
Si perché crediamo nell’utilità dell’istituto dell’affido, ma a patto che i Servizi facciano il loro lavoro complementare, e non lascino soli sia i genitori affidatari che i bambini e le famiglie di origine.