Gentilissimo Presidente del Consiglio dei Ministri dott. Paolo Gentiloni, Le scriviamo questa lettera nella speranza che venga accolta la necessità, nonché l’urgenza, di un progetto di riforma strutturale delle Adozioni Internazionali che, è sotto gli occhi di tutti, versa in una crisi profonda. Riteniamo che i motivi di tale crisi siano di due tipi: esogeno ed endogeno. Da una parte il cambiamento delle politiche a livello mondiale sul tema della famiglia e della crisi di natalità e, dall’altra, l’inadeguatezza del nostro sistema che è obsoleto e incapace di rispondere alle nuove sfide del futuro in termini di integrazione culturale in chiave moderna e innovativa. Fermo restando il nostro sostegno incondizionato alle Istituzioni e al nostro Paese, nel caso specifico alla Commissione per le Adozioni Internazionali per il lavoro svolto in questi anni nel tentativo di ripristinare la legalità e la trasparenza nelle procedure adottive, siamo altresì consapevoli delle condizioni di estrema precarietà e incertezza che ci impediscono di portare avanti il nostro compito con la passione e la serenità che ci ha contraddistinto fino ad oggi.

Una premessa al progetto di riforma che di seguito proponiamo è d’obbligo:

Il sistema delle adozioni internazionali, è bene ribadirlo, non opera in regime di libero mercato e non può essere soggetto, quindi, alle regole principali vigenti in altri settori. La competizione in un sistema siffatto non è accettabile. Quello che sarebbe auspicabile è un modello di cooperazione tra Enti nell’interesse generale dello Stato Italiano nelle relazioni internazionali.

  1. RIORGANIZZAZIONE/RAZIONALIZZAZIONE DEGLI ENTI – EEAA

Oggi il numero degli Enti accreditati e operanti è di 62. Noi proponiamo una riorganizzazione che superi l’attuale frammentazione e vada verso un modello cooperativo in Rete in cui sia possibile recuperare efficienza e innovazione. Noi crediamo che, in realtà, l’elevato numero di enti accreditati non sia un problema di per sé. Lo è però diventato a causa delle inefficienze anche normative che hanno interessato il settore, depotenziando, di fatto, il potere di controllo della CAI e favorendo, di conseguenza, una maggior competizione fra gli attori privati. Riteniamo, in ogni caso, che i processi di aggregazione siano auspicabili e positivi, favorendo una migliore performance e una più profonda ed incisiva presenza e proattività nei vari Paesi.

  1. ACCREDITAMENTO DEGLI ENTI

Non è più pensabile che l’accreditamento di un Ente per le Adozioni Internazionali sia di durata illimitata. Riteniamo che sia necessario che tale accreditamento abbia come scadenza naturale il termine di 3 anni, in modo che la Commissione per le Adozioni Internazionali possa provvedere a ricontrollare periodicamente la sussistenza dei requisiti dei vari EEAA. Chiediamo un nuovo processo di accreditamento di tutti gli Enti italiani, azzerando l’albo attuale e rivalutando i requisiti con una selezione più accurata e un maggiore controllo nell’accesso all’Albo.

  1. COMUNICAZIONE

 Proponiamo la creazione di un portale web pubblico concepito con le più moderne tecnologie di comunicazione e informazione che tenga conto innanzitutto della cosiddetta Family Experience durante il percorso adottivo. Un sistema informativo user friendly, accessibile e consultabile da chiunque in ogni momento.

  1. COMPOSIZIONE DELLA CAI

Noi riteniamo che 22 Commissari siano un numero troppo elevato. È necessario intervenire drasticamente per ridurlo, rendendo più snello ed efficiente il funzionamento della Commissione. È altresì necessario porre criteri di nomina più specifici che favoriscano l’assegnazione del ruolo di Commissario a soggetti in grado di dare un contributo effettivo per esperienza e competenza. Un esempio? Non il rappresentante del Ministero per la Sanità, ma un medico esperto in malattie tropicali o un pediatra con lunga esperienza. Nella compagine della CAI non deve essere prevista la presenza di Enti e famiglie: vi è infatti un palese conflitto di interessi. Conflitto per gli Enti, perché la loro stessa presenza, diretta o indiretta che sia, all’interno dell’organo di controllo invalida l’attività di supervisione della Commissione; conflitto per le famiglie, perché comunque coinvolte direttamente e quindi esposte al rischio di risultare portatrici di interessi propri e altri rispetto al supremo interesse del minore, unico vero principio guida della normativa sulle AI.

  1. CREAZIONE DI UN ORGANO CONSULTIVO

Proponiamo la creazione di un Organo Consultivo per dar voce e rappresentanza a Famiglie ed Enti in quanto principali soggetti del percorso adottivo. La funzione dell’Organo Consultivo sarebbe quella di discutere e indirizzare la Commissione secondo le istanze proprie di rappresentanza ed in grado di emettere pareri non vincolanti indirizzati all’Autorità Centrale Italiana.

  1. COSTITUZIONE DI UN FONDO CAI

Proponiamo la costituzione di un adeguato Fondo per la copertura dei costi relativi alle attività estere della Commissione, alle azioni di rappresentanza per la stipula di Intese Bilaterali e per le missioni all’estero. Proponiamo, inoltre, un Fondo crisi per la gestione delle situazioni critiche di chiusura di un Paese o di un Ente, così da non far sostenere tale onere alle famiglie adottive o all’Ente non responsabile, ma anche per rilanciare l’immagine di uno Stato presente al fianco di Enti e genitori.

  1. SOLDI E RIMBORSO

Come sottolineato da più fronti, le Adozioni Internazionali sono, ad oggi, l’unica forma di genitorialità a pagamento in Italia. Attualmente, infatti, è prevista la sola deduzione dall’imponibile del 50% delle spese sostenute. Vi sono poi meccanismi di rimborso previsti da singole Regioni, creando quindi una situazione di sostanziale diseguaglianza fra famiglie. Ci permettiamo di ricordare che dalla Finanziaria 2012 fino alle ultime Leggi di Stabilità non è stato prevista alcuna voce di spesa che riguardi i rimborsi alle famiglie, ma solo dal 2016 è stato ripristinato il Fondo per il funzionamento CAI che non era più presente autonomamente. Proponiamo quindi la possibilità di totale detrazione dell’importo sostenuto per portare a termine il percorso adottivo. Questa proposta era già stata avanzata da CEA – Coordinamento Enti Autorizzati – di cui Enzo B fa parte, dal lontano 2011 facendone in seguito una campagna di sensibilizzazione denominata Adozione Bene Comune. Le ricordiamo solo che tutti gli emendamenti presentati sia alla Camera sia al Senato, emendamenti che vedevano l’accordo di quasi l’intero arco parlamentare, non sono mai stati accolti dai Governi in carica.

  1. SUSSIDIARIETÀ

Proponiamo che i progetti di intervento all’Estero, attualmente posti in essere direttamente dagli Enti, siano proposti e finanziati direttamente dalla Commissione, con gli EEAA quali meri esecutori materiali. Questo perché riteniamo che debba essere l’Autorità Centrale Italiana a dover coordinare le attività di cooperazione, laddove richieste dal Paese. Solo così è possibile evitare ambiguità e fraintendimenti, ma soprattutto ottenere una vera azione di sussidiarietà positiva e costruttiva all’Estero.

ENTRA NEL MONDO ENZO B

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