Nell’ottica di conoscere i progetti sul territorio intorno ad Enzo B, ci siamo incamminati alla scoperta di un progetto “a doppia anima”: quella social e quella green. Costanza, giovane ed appassionata collaboratrice di questa realtà, ci racconta Mirafiori Social Green, presentando il suo lavoro ed il suo contributo.

Partiamo col chiarirci un po’ le idee: cos’è Mirafiori Social Green?

Mirafiori Social Green è un progetto di sviluppo territoriale; le attività proposte si concentrano nel quartiere di Mirafiori sud a Torino, con l’obiettivo di rivalutare il potenziale della zona. MSG parte nel 2015, sostenuto dalla Fondazione di Comunità Mirafiori ed animato da una rete di dodici associazioni locali.

Quali sono gli ideali su cui si fonda?

Come richiama il nome, MSG ha due anime: una Sociall’altra Green. La prima esprime la voglia di condividere e passare del buon tempo con i propri vicini di casa, vivendo esperienze alla scoperta di un quartiere vivace e propositivo. La seconda rispecchia un’esigenza molto presente nella nostra società, ossia quella di conoscere, amare e rispettare il mondo che ci ospita. Queste due anime si sono sempre incontrate nelle attività proposte, in questi due anni, dalle nostre associazioni: da laboratori di riuso e riciclo di cibo, abiti, giocattoli etc., a corsi di apicoltura ed orticoltura, fino alle passeggiate guidate alla scoperta della storia di Mirafiori. Queste ed altre sono state le iniziative che ci hanno permesso di dare un contributo alla vita del nostro quartiere.

Da che esigenza nasce questo progetto di rete?

Quando è uscito il bando, la Fondazione ha riunito le proposte di tutte le associazioni in un unico grande progetto; con dei mezzi limitati è, infatti, difficile che tutti i progetti abbiano la possibilità di essere portati a termine. Grazie all’idea di realizzare un progetto in cui tutte le proposte potessero in qualche modo rientrare, unendo le risorse e le reti di prossimità di tutte le associazioni partecipanti, si è potuto, così, creare un maggior impatto positivo sul territorio.

All’interno di questa vasta realtà, ti cosa ti occupi nello specifico?

Mi occupo da agosto 2016 della gestione di un orto collettivo in permacoltura. La Permacoltura è un sistema di progettazione e gestione di spazi naturali antropizzati; l’approccio progettuale è un metodo basato principalmente sull’osservazione di modelli ecologici presenti in natura, per dar vita a sistemi antropici che si avvicinino il più possibile ad essi. Siamo partiti grazie alla collaborazione dell’associazione ECOntACT, che ci ha dato le basi teoriche per iniziare a lavorare. L’orto si trova in cascina Balbo Cassotti, in Strada del castello di Mirafiori. Per ora siamo un piccolo gruppo di ortisti pieni di voglia di imparare; è stata una sorpresa vedere come le attività all’orto, non prive di fatica e imprevisti, ci uniscano e appassionino.

Qual è la vocazione che muove il lavoro del gruppo che si occupa di questo orto?

L’orto vuole essere un luogo di socializzazione, che dà benessere attraverso le pratiche di orticultura. Questa vocazione si declina anche nella condivisione e sperimentazione di idee nell’ambito dell’agricoltura tradizionale e innovativa, nell’autoproduzione, nella promozione di realtà locali e, quando possibile, nell’accoglienza delle attività di queste ultime.

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