Il giorno 27 aprile 2017 è stato pubblicato il Rapporto sulle adozioni internazionali che riporta i dati, nero su bianco, che si riferiscono al biennio 2014/2015 redatto a cura della Commissione Adozioni Internazionali.

Noi addetti ai lavori lo abbiamo letto con attenzione e abbiamo viste confermate le tendenze già note.

Le adozioni sono in calo in tutto il mondo: dal 2004 con 39.330 adozioni siamo giunti al 2014 a 9.330. L’Italia rimane comunque il secondo Paese al mondo con 2.206 adozioni nel 2014 e 2.216 adozioni nel 2015, primo paese in Europa e primo Paese nel mondo se consideriamo il numero delle adozioni in rapporto alla densità di popolazione. Il calo numerico da noi, per quanto rilevante, è minore rispetto agli altri Paesi.

Moltissime sono le statistiche, percentuali, infografiche che danno il quadro esauriente del fenomeno dell’adozione internazionale nel biennio analizzato.

Quanto a noi ci preme solo portare all’attenzione alcuni particolari.

  1. Gli Enti sono 62, dal 2013 questo dato non si è modificato: né uno di più né uno di meno;

Vuoi vedere che il numero delle adozioni in calo non dipende in alcun modo dal numero degli enti operanti in Italia?

  1. L’Etiopia risulta ancora operativa (pag. 9 e 10 del rapporto) e molto problematica;

Vuoi vedere che non era chiusa nel 2011 e che i problemi sono sorti in modo evidente nel 2014?

  1. Il Senegal risulta operativo in quel biennio con una flessione netta nel 2015 (tab. pag. 21);

Vuoi vedere che non è assolutamente vero che fosse chiuso dal 2011?

  1. Il Kenya ha chiuso le adozioni in modo formale (pag. 10 del rapporto), a seguito della decisione del Governo del Paese stesso a non rinnovare l’accreditamento agli Enti di adozione stranieri.

Vuoi vedere ci sono enti che sull’unico Paese, il Kenya appunto, che ha chiuso veramente le adozioni continuano ad avere copie instradate?

La sterile, inutile, penosa e strombazzante polemica sui dati delle adozioni che ci ha accompagnato per mesi, aveva come solo scopo quello di distrarre l’attenzione, come se chi si occupa di adozione internazionale non sapesse già quali fossero le tendenze, la consistenza del fenomeno e i problemi legati ad essa. Semmai sarebbe interessante aprire un dibattito sulle motivazioni, sulla reale rete di protezione per i minori nei Paesi di origine, ma c’è l’impressione che non sia proprio questo l’interesse principale degli strenui difensori delle adozioni internazionali ad ogni costo.

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