Questa settimana abbiamo voluto pubblicare una breve intervista riguardante i principali aspetti giuridici e burocratici delle adozioni internazionali, per chi si sta avvicinando adesso a questo mondo o per chi è, semplicemente, curioso. Avete digitato almeno una di queste domande su Google? Allora siete nel posto giusto: la nostra Vincenza Villani Miglietta ha risposto alle domande più frequenti in maniera semplice, per i non addetti ai lavori.

Una coppia per adottare deve ottenere il decreto di idoneità. Puoi spiegarci in breve cosa sia?

È quel provvedimento con il quale il Tribunale per i Minorenni competente certifica il possesso, da parte della coppia, di tutte le risorse e le competenze per essere famiglia, segnalandone al contempo condizioni e limiti. Ha valenza un anno dalla sua emissione, tempo entro il quale la coppia deve, se desidera adottare, conferire mandato ad uno degli Enti autorizzati presenti sul territorio.

Una volta ottenuto il decreto di idoneità, la coppia, per adottare, deve convertirlo in un mandato ad un ente autorizzato. In che cosa consiste, nella pratica, il conferimento del mandato di una famiglia ad un ente?

Il conferimento dell’incarico può essere inteso quale stipula di un contratto di mandato con rappresentanza, attraverso il quale la coppia attribuisce all’Ente il potere di agire per suo conto e l’Ente si obbliga a svolgere diligentemente tutte le procedure necessarie nell’interesse della stessa e per la realizzazione del fine per cui è dato.

Una volta entrato in gioco l’ente, qual’è il suo ruolo?

È quello di informare, formare ed accompagnare la coppia nel percorso adottivo, sostenendola nella fase di attesa e di abbinamento e durante le fasi amministrative e procedurali dinanzi alle Autorità Straniere, nonché nel momento successivo all’ingresso della famiglia in Italia, attraverso le fasi del post adozione, quando la stessa affronta i suoi primi passi come nuova formazione sociale e di affetti.

Hanno un ruolo rilevante anche le autorità centrali, di cosa si occupano principalmente?

Le Autorità Centrali si occupano, negli Stati che hanno aderito alla Convenzione dell’Aja, di controllare che tutti gli organi preposti allo svolgimento delle procedure di adozione internazionale lavorino nel rispetto della Convenzione e dei suoi principi, al fine di realizzare l’interesse superiore del minore e la sua protezione.

Il lavoro degli enti per tutto il procedimento adottivo ha dei costi. Quali sono i servizi garantiti rispetto a questi costi?

I servizi generalmente offerti dall’Ente nell’ambito delle procedure adottive vanno dall’accoglienza, alla consulenza della coppia sul percorso da intraprendere o intrapreso, alla predisposizione della documentazione necessaria per candidare la coppia all’adozione in un Paese straniero, alla traduzione e legalizzazione degli stessi prima dell’invio nel Paese di riferimento, al confronto e allo scambio di informazioni con i referenti in loco, al recepimento delle proposte di abbinamento con contestuale richiesta della documentazione necessaria all’ingresso del minore in Italia, all’organizzazione del viaggio, al sostegno per le attività burocratiche, e non, che riguardano il post adozione in generale.

Come si pongono gli enti rispetto alla convenzione dell’Aja?

È la Convenzione dell’Aja ad aver istituito le Autorità Centrali, ma ad aver anche previsto la possibilità che queste potessero demandare ad organismi abilitati, dotati di particolari requisiti di moralità, professionalità e competenza, ovvero gli Enti, alcuni dei loro propri compiti, monitorando e controllando le attività di questi nello svolgimento delle procedure adottive.

ENTRA NEL MONDO ENZO B

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